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Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti
perché negl'atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
sì c'h'io mi credo ormai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui. |
1. Solo et pensoso: le due parole annunciano i temi che il poeta tratterà: la solitudine e la riflessione amorosa.
2. vo mesurando: percorro.
3-4. E gli occhi…stampi: e sto attento, con gli occhi, per evitare ("per fuggire") i luoghi dove l'orma di un piede umano impressa sulla sabbia ("arena") riveli la presenza di qualcuno.
5-6. Altro…genti: non conosco alcun altro espediente ("schermo") se non questo di fuggire lontano da tutti, che mi salvi ("mi scampi") dal fatto che la gente si accorga di quello che ho. Nel suo pudore di uomo innamorato, il poeta non vuole che la gente si accorga di quale sia il suo stato d'animo.
7. negli atti…spenti: nei miei gesti ("atti") privi ("spenti") di ogni forma di allegria.
8. di fuor…avampi: chiunque può capire anche solo guardandomi come nel mio intimo io arda e sia tormentato dall'amore.
9. piagge: pianure.
13-14. ch'Amor…co llui: che Amore (maiuscolo perché personificato) non mi segua continuando a parlare con me come io continuo a parlare con lui. Il poeta, nascosto nei luoghi più aspri e più selvaggi, non riesce a far a meno di intrattenersi con i suoi pensieri d'amore che sono la sua ossessione, ma anche la sua unica fonte di gioia.
(note: adattamento da "Lo spazio del testo", A. Fattori F. Roncoroni M. Sboarina) |