La parola
(dedicato a Don Claudio Bordignon)

Un gruppo di uomini, seduto intorno ad uno più saggio di loro, ascoltava rapito ciò che il maestro aveva da infondergli. Questi, parlando del genere umano, spostò il discorso sulla comunicazione.
Preso da tale argomento che aveva davvero caro, affermò, senza timore d'esagerare, che la parola è quanto di più prezioso gli uomini abbiano e che questa non solo accompagna l'uomo per tutto il suo cammino, ma è pure in grado di comprometterne la vita.
Perplesso da tale argomentazione, uno dei suoi interlocutori s'alzò in piedi dicendo:
"Scusate maestro, ma in verità non appoggio il vostro dire. Io non credo che la parola abbia poi tutta questa importanza."
Il saggio, che probabilmente si aspettava questa obiezione, subito replicò "Siediti! Imbecille ignorante!"
L'altro, sgomento, non disposto a esser vittima di tal trattamento, un po' per orgoglio, un po' per sorpresa, minacciando chi lo aveva offeso così duramente, arrabbiatissimo si diresse verso il maestro, con fare minaccioso, le sopracciglia incurvate, i muscoli tesi, rosso in volto, deciso a fargli pagare quelle parole.
Per nulla intimorito, l'altro gli disse:
"Scusa, hai ragione, sono stato proprio deplorevole a trattarti così, ti prego, perdonami e per favore risiediti dimenticando il mio brutto comportamento."
Al che l'offeso si calmò, accettò le scuse, e consolò il maestro sostenendo che un colpo di matto può prendere tutti.
Non appena l'uomo si fu seduto di nuovo, il saggio riprese il suo dire e, rivolto all'altro affermò:
"Tu hai detto che la parola non ha molta importanza. Eppure io con una semplice parola ho suscitato la tua ira e con solo un'altra facile parola ti ho calmato."

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